Snami, strategia senza green community
Strategia di sviluppo della montagna italiana, Snami: ogni regione usa a modo suo i 109,5 milioni del 2022. In Umbria i fondi sono per: dissesto idrogeologico, biodiversità, filiera del legno. Vanno in buona parte all' l'Agenzia forestale (che ha sostituito le comunità montane). L'accesso al digitale soprattutto per i servizi socio - sanitari e la formazione professionale
Snami e Fosmi, due sigle incastonate che valgono 3,784 milioni per i comuni montani dell’Umbria per l’annualità 2022: indicano la Strategia nazionale per la montagna italiana varata dal Governo Draghi nel dicembre 2021 con la legge 234 e il relativo Fondo sviluppo che ha “in pancia” 109,5 milioni di euro in ambito nazionale per interventi da effettuare nei comuni che si trovano a oltre 600 metri sul livello del mare.
Questi vengono classificati “totalmente montani” quando hanno almeno l’80% della superficie al di sopra di quella quota; la definizione di “parzialmente montano” riguarda i comuni con un dislivello non minore di 600 metri tra la quota altimetrica inferiore e quella superiore del proprio territorio.
Criteri che includono 91 dei 92 comuni in cui è suddivisa l’Umbria: 69 sono classificati “totalmente” montani, 22 “parzialmente”. L’unico escluso è Bastia Umbra.
Dello stanziamento destinato all’Umbria (3,784 mln) fanno parte 756mila euro destinati ai co-finanziamenti che la Regione Umbria può erogare su un insieme di progetti (in linea di principio presentabili dai comuni) la cui definizione deve essere pronta entro il 18 dicembre 2023 per coprire sette aree di intervento:
a. Tutela, promozione e valorizzazione delle risorse ambientali dei territori montani, anche
attraverso la realizzazione delle Green Community;
b. Creazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, inclusi idroelettriche;
c. Prevenzione del rischio del dissesto idrogeologico;
d. Salvaguardia ambiente e biodiversità, sviluppo agro-silvo-pastorali, inclusa filiera del legno;
e. Incentivazione crescita sostenibile e lo sviluppo economico e sociale, inclusa mobilità sostenibile;
f. Accessibilità infrastrutture digitali e per il rafforzamento dei servizi essenziali, in primis socio-sanitari e istruzione;
g. Contrasto dello spopolamento dei territori.
Il co-finanziamento indicato dalla normativa nazionale prevederebbe il coinvolgimento, a qualche titolo, delle amministrazioni comunali con i loro progetti. La Regione Umbria utilizzerà in prima persona quei fondi e l’inclusione dei comuni tra gli attuatori della prima azione ha il sapore di un contentino: questo si evince da una Delibera della Giunta regionale (n°1077/2022) in cui vengono decisi gli stanziamenti.
Risorse in carico alla Direzione che raggruppa sviluppo economico, agricoltura, lavoro, istruzione e agenda digitale con l’affiancamento della struttura Governo del territorio, ambiente e protezione civile per il contrasto al dissesto idrogeologico.
Regione Umbria – Destinazione Fondo per lo sviluppo delle montagne (Fosmit), anno 2022 |
Azioni (soggetti attuatori) | Mln € | Servizio della Regione Umbria |
Contrasto dissesto idrogeologico e rischio idraulico (Comuni, Province ed Agenzia Forestale regionale) | 2,527 | - Foreste,montagna, sistemi naturalistici e Faunistica - venatoria - Rischio idrogeologico, idraulico e sismico, Difesa del suolo |
Salvaguardia ambiente e biodiversità, attività agro-Silvo-pastorali, filiera legno (Agenzia Forestale regionale). | 0, 756 | - Foreste, montagna, sistemi naturalistici e Faunistica-venatoria |
Accessibilità alle infrastrutture digitali: priorità servizi socio – sanitari e istruzione (sistema formazione professionale e Its) | 0,500 | - Istruzione, Università, Diritto allo studio e Ricerca |
Tutto ciò significa che i comuni (singoli o in unione) potranno avere voce (fievole) su dissesto e rischio idrogeologico con interventi effettuati da consorzi di bonifica, province e Agenzia forestale regionale. Quest’ultima si intesta anche lo sviluppo agro-silvo-pastorale (con la quota di co-finanziamento).
Interessante notare che il mezzo milione stanziato per migliorare l’accesso a internet per azioni di sostegno alla disabilità e nei servizi socio-educativi per l’infanzia rischia di trasformarsi in una “pioggia” di contributi al sistema della formazione professionale (IeFP) e agli Istituti tecnici superiori (Its) post-maturità.
Gli altri obiettivi sembrano condannati all’oblio (almeno per questa delibera) che suona come una beffa per coloro che si stanno impegnando nella promozione delle green community. Queste stanno faticosamente cercando una prospettiva nelle zone in crisi demografica puntando sui servizi ecosistemici, le comunità energetiche, la mobilità sostenibile (anche a fini di richiamo turistico): un combinato disposto che potrebbe dare un contributo significativo all’ultimo dei sette ambiti di possibile azione, ovvero il contrasto dello spopolamento.
C’è solo un “contentino” riportato nelle ultime righe della delibera 1077 del 2022 che prevede “il finanziamento di ulteriori proposte di intervento per la realizzazione di Green communities, finanziate nell’ambito del Pnrr, M2C1, Investimento 3.2 “Green Communities”, attraverso lo scorrimento della graduatoria regionale. Una valutazione che si sarebbe dovuta effettuare nell’anno che si sta concludendo “anche alla luce dei maggiori stanziamenti da concentrare sui singoli interventi e della necessità di avviare un tavolo di confronto con i soggetti interessati” si legge nella delibera.
Immagine titolo - Il massiccio del Monte Peglia (San Venanzo, Tr) - foto: da fb news rotecastello