Monte Peglia e Lago di Bolsena: studi di rigenerazione territoriale in antropologia applicata
La Società italiana di Antropologia applicata studia le realtà del Monte Peglia (San Venanzo, Tr) e del Lago di Bolsena (prov. di Viterbo). Il ripopolamento di terre marginali partito negli anni'70 da una parte, la recente creazione di un Biodistretto nei comuni lacustri. Due esempi di rigenerazione territoriale.
È finalmente entrato nell’elenco dei casi da studiare come insediamento di rigenerazione territoriale ante litteram: il ripopolamento che interessò il comprensorio del Peglia alla fine degli anni ‘70. In un gioco che intreccia diacronico e sincronico viene messo a confronto con la recente creazione del Biodistretto del lago di Bolsena.
Sul monte Peglia protagonisti furono gruppi di persone “in fuga” dalle metropoli e dai modelli consumistici “borghesi”: riattivarono decine di fattorie rurali abbandonate di proprietà demaniale. Quelle presenze ricrearono una comunità contadina diffusa nelle terre marginali impoverite dallo spostamento verso le città e le pianure, ciò che si sta rimpiangendo in ogni dibattito televisivo o politico.
Ora ha iniziato ad occuparsene anche la Società italiana di Antropologia, applicata (Siaa). Accade anche in occasione dell’11mo Convegno organizzato dalla Siaa a Perugia (14,15,16 dicembre) grazie ad un workshop (sabato 16) dal titolo “Ritracciare confini, agire trasformazioni, costruire salute nell’Etruria meridionale: i casi Monte Peglia e Biodistretto del Lago di Bolsena” con la presentazione dei due “casi etnografici”: 1) il profilo sociale di comunità che attualmente si presenta sul monte Peglia anche a seguito del pluridecennale insediamento dei “capelloni”; 2) le funzioni di catalizzatore svolte dal biodistretto sulle imprese di agricoltura biologica operanti intorno al lago di Bolsena.
Nella scheda ufficiale del workshop, tra l’altro, viene riportato: “Un esempio diacronico e uno sincronico di nuove agentività territoriali che testimoniano le qualità dell’esperienza e individuano originali orizzonti di sviluppo territoriale. Le molte e complementari affinità socio-culturali dei due casi, insieme alla continuità geomorfologica caratterizzata dal vulcanesimo vulsino e dalla complessità idrogeologica e alla coerenza del paesaggio rurale di prorompente compenetrazione tra matrici agrarie e forestali rendono pertinente focalizzare questo areale geografico e riattualizza il senso di ciò che fu Etruria meridionale a scavalco di tre Regioni (Lazio, Toscana, Umbria).
“A diversi livelli di concretezza e potenzialità, varie Alternative Food Network (AFN) tramano il territorio di nuovi insediamenti esistenzialmente decisi e/o di tenaci restanze; di innovazioni colturali e/o di recupero dei saper fare tradizionali; di condizionamenti economici verso l’agricoltura convenzionale e/o di agro-ecologici approcci verso le produzioni in biologico; di nuovi mercati che cercano di superare lo iato tra produttori e consumatori; di “luoghi profetici” e “eterotopie”.
Accanto ci sono anche patrimonializzazioni di altro genere, le “tragedie dei beni comuni”: speculazioni per monocolture industriali, per sparametrati impianti agrisolari e parchi eolici con il conseguente accaparramento del suolo, inquinamento delle falde, erosione di risorse, fertilità e biodiversità, abbandono. E ciò avviene nella zona d’ombra istituzionalmente prodotta dal puramente retorico riconoscimento dell’importanza dei ‘servizi ecosistemici’, dall’inefficacia di norme e strutture di tutela, da discutibili approcci allo sviluppo locale”.
Gli interventi programmati: Gabriele Antoniella, ricercatore, Università della Tuscia, Biodistretto del Lago di Bolsena; Sergio Cabras, protagonista-testimone e scrittore; Marco Lauteri, dirigente di ricerca, Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Centro Nazionale delle Ricerche – Iret-CNR; Enrico Petrangeli, ricercatore, Iret-CNR, Società Italiana di Antropologia Applicata; Carlo Romagnoli, Medico specialista in Igiene, Sanità pubblica e Epidemiologia, presidente regionale Isde Umbria (medici per l’ambiente); Filippo Tantillo, ricercatore, Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche pubbliche – INAPP, Riabitare l’Italia, Forum Disuguaglianze e Diversità.
L’iniziativa è all’interno di Usi sociali dell’antropologia Patrimoni, salute, territori, XI Convegno SIAA, Università di Perugia, 14-16 dicembre 2023 - http://www.antropologiaapplicata.com/xi-convegno-siaa-2023/