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Andrea Chioini San Venanzo

Inverno demografico: soluzioni cercasi

Municipio di San Venanzo nell'antica Villa Faina
1951 - San Venanzo registra il record di popolazione: 5.202 persone tra capoluogo e 12 frazioni. 1971 - dimezzato il numero degli abitanti: 2.748 abitanti. 2022 – rimangono 2.182 residenti.

San Venanzo non si discosta dal preoccupante panorama che accomuna tante località dell’Umbria: il calo demografico. Questo si aggiunge a tutti gli altri fattori che stanno moltiplicando le difficoltà di amministrare I comuni più piccoli come ci spiega, in questa intervista, il sindaco Marsilio Marinelli.

D. - San Venanzo deve fare I conti con un calo inesorabile della popolazione: che cosa significa in termini di vita quotidiana, erogazione di servizi, manutenzione del territorio, salute delle persone, trasporti pubblici?

R. - Anche se in verità in questi ultimi anni il numero dei cittadini residenti si è stabilizzato intorno alle 2200 unità, è indubbio che quello del calo demografico sia uno dei problemi più sentiti tanto più per un Comune come il nostro che ha un territorio di 170 chilometri quadrati, tra i più estesi dell’Umbria, e ha quindi una densità di popolazione tra le più basse. Questo ovviamente incide sulla erogazione dei servizi primari alla popolazione residente (si pensi al traporto scolastico, al servizio della raccolta dei rifiuti).
            
D. - Un effetto del calo demografico è anche il progressivo invecchiamento della popolazione: che cosa significa a San Venanzo?
R. - Conseguenza del calo demografico è l’invecchiamento della nostra popolazione. Avere una popolazione anziani significa adottare misure che vengono incontro alle loro esigenze; abbiamo in questi anni dato il via al servizio dell’operatore di quartiere a favore della popolazione anziani che vive sola ed abbiamo adottato alter misure a sostegno.
                    
D. - L’apparato tecnico e burocratico nel Comune di San Venanzo si trova ad agire in condizioni sempre più difficili: come è cambiata la struttura del personale e del bilancio negli ultimi anni?  
R. - Il nostro Comune aveva negli anni ’80 oltre 30 dipendenti che sono diventati gli 8 attuali. Si è scontato l’effetto drammatico per i piccoli comuni  del blocco del tur-over. Nel corso del 2022 si è potuto procedure all’emanazione di nuovi bandi di concorso e a seguire nuove assunzioni nelle aree amministrativa e tecnica del Comune. Oggi si ha così, per nelle ovvie difficoltà, una dotazione organica più giovane e motivata e che sa rispondere meglio ai processi burocratici ed amministrativi.
                    
D. - La costituzione dell’Area interna dell’Orvietano ha prodotto i risultati che ci si attendeva? Per quale motivo? 
R. - La costituzione dell’Area interna sud-ovest dell’Orvietano aveva suscitato molte attese e la prima programmazione in verità qualche risultato importante lo ha realizzato per l’area, pensiamo a tutta la dotazione dei laboratori didattici per il nostro plesso scolastico. Inoltre grazie al finanziamento dell’Area Interna abbiamo potuto realizzare la riqualificazione dell’area ex campo di calcio facendolo diventare un piccolo polmone verde attrezzato per facilitare la socializzazione. E’ del tutto evidente però che la eccessiva “burocratizzazione” dei processi necessari per portare a compimento un’opera ne rallentano la realizzazione e, spesso, la stessa efficacia.
                    
D. - In un quadro del genere il Suo comune ha attivato collaborazioni particolari con le realtà confinanti per sopperire alle carenze di cui ha parlato finora?
R. - Il Comune di San Venanzo ha capito l’importanza di non chiudersi all’interno dei propri confini territoriali aprendosi, invece, a fome di associazione, convenzione con i propri “vicini” contigui  proprio perchè orami è necessario lavorare in rete tra realtà molto più porose (socialmente, culkturalmente, economiocamente) di quanto non prevedono le normative: n particolare si sono attivate forme di collaborazione con li comuni di Parrano, Ficulle, Fratta Todina e Monte Castello di Vibio.
                     
D. - Il riconoscimento dei servizi ecosistemici (Strategie europea e italiana sulla biodiversità) come elemento caratterizzante i provvedimenti statali, regionali  per la sostenibilità e in favore delle aree marginalizzate ha prodotto qualche risultato?                     
R. - Un territorio ambientale come il nostro, in cui insiste una presenza di boschi e foreste rilevantissima, noncheè anche la presenza di una flora e fauna numerosa e rigogliosa, fa del nostro territorio un ecosistema dove è notevolissima la biodiversità. Il riconoscimento dei Servizi ecosistemici può rappresentare la svolta attesa per un terriotio marginale come il nostro. Al momento però risultati tangibili non ne abbiamo.

D. - Il Suo comune ha aderito alla proposta di costituire la green community denominata Umbria Etrusca: l’idea ha avuto difficoltà a passare in Consiglio comunale?
R. - Abbiamo da subito aderito alla proposta di costituzione della Green Community Umbria Etrusca , non incontrando difficoltà politiche in sede di Consiglio Comunale per la sua approvazione.
                    
D. - Umbria Etrusca ha definito I suoi obiettivi strategici collegandoli alle matrici dei servizi ecosistemici: patrimonio agro-forestale, risorse idriche, energia da fonti rinnovabili, turismo, patrimonio edilizio, integrazione delle reti energetiche e dei servizi di mobilità, agricoltura biologica. In quale ambito considera più attrezzato il Suo comune?                    
R. - Il nostro Comune avendo un patrimonio agro-forestale rilevantissimo si può candidare soprattutto in questo ambito oltre che ovvviamente in quello turistico come obiettivo prioritario strategico della green Communnity. Un ruolo decisivo in questo ambito lo dovrà assumere la Regione Umbria, gran parte del patrimonio boschivo e forestale del nostro territorio comunale è infatti costituito da demanio regionale.

D. - Le comunità energetiche rinnovabili stanno aspettando da quasi due anni di poter attivarsi: ritiene che siano uno strumento in grado di dare forza alla green community?
R. - San Venanzo è stato tra  i primi comuni dell’intera regione Umbria dove è sorta una comunità energetica: quella di San Vito (grazie al prezioso lavoro della cooperative di comunità del Monte Peglia formata negli scorsi anni). Siamo tuttavia in attesa dei decreti di attuazione in materia che attendiamo da tempo.
                    

 

Nella foto: Marsilio Marinelli, sindaco di San Venanzo

Lunedì 18 Settembre 2023
Autore:
Andrea Chioini
Tags:
San Venanzo
Calo demografico
GreenCommunity
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