Futuro green per i piccoli comuni
Un portale per le trasformazioni in corso. È in questa nuova prospettiva che s’inserisce il progetto di rivista.green-community.it, sviluppato per rappresentare al meglio il potenziale di cambiamento che ha radici nei territori “periferici” dell’Italia
Va individuato nel quadro in continuo movimento della cosiddetta transizione ecologica ciò che sta effettivamente cambiando nel contesto italiano per merito del Green deal europeo, intrecciatosi (non va dimenticato) con l’emergenza provocata dalla pandemia di Covid-19. Uno di questi capitoli è indicato dall’espressione green community (g.c.), uno strumento, un metodo, uno sguardo in avanti corroborato dalla valorizzazione dei servizi ecosistemici.
Novità vera (e insolita): le g.c. possono venire create nei territori rimasti ai margini dei processi di trasformazione economica e sociale che hanno interessato l’Italia negli ultimi 70 anni.
Ecco perché bisogna avere sguardi “ai raggi x” per trovare una rotta tra le infinite contraddizioni che contraddistinguono il succedersi di governi e di politiche, nazionali e locali. La rotta che viene percorsa da equipaggi formati da persone di buona volontà decise a inventare un futuro per le comunità piccole e periferiche. Quelle, appunto, che possono trasformarsi in green community.
Un portale per le trasformazioni in corso - È in questa nuova prospettiva che s’inserisce il progetto di rivista.green-community.it sviluppato per rappresentare al meglio il potenziale di trasformazione che ha radici nei territori “periferici” dell’Italia.
Luoghi dove un numero crescente di persone si sta impegnando per non arrendersi alla marginalizzazione e allo spopolamento.
Luoghi dove è diffusa la consapevolezza di avere in custodia quel “capitale naturale” indispensabile a fornire le risorse per potersi adattare ai cambiamenti climatici in atto. Processi che richiedono una elevata capacità strategica per poter attivare con efficacia tutti I provvedimenti indispensabili a contenere gli effetti che le alterazioni atmosferiche stanno già producendo.
Luoghi dove si stanno sperimentando forme nuove di socialità e produzione nonostante la scarsezza delle risorse pubbliche disponibili.
Le radici delle green community - Va sottolineato che questa strategia, rivolta ai comuni con meno di 5000 abitanti, è una diretta derivazione di un’altra intuizione: quella elaborata da Fabrizio Barca per le aree interne (Snai) firmata da Fabrizio Barca nel suo ruolo di ministro della Coesione nei governi Monti e Letta (tra il novembre 2011 e il febbraio 2014). Nella stessa direzione, proprio in quegli anni, si era mossa l’Unione delle comunità montane (Uncem). La Snai ha avuto il merito di riaprire possibilità, insperate fino a poco tempo prima, per i piccoli e piccolissimi comuni di tornare a essere protagonisti e riprendere nelle proprie mani la progettazione del proprio futuro sottratto alle amministrazioni locali dopo decenni di lento e inesorabile svuotamento di poteri, deleghe e risorse ai danni dei comuni.
Sette anni dopo, nella prima fase della pandemia i piccoli centri dei territori periferici sembrarono risentire meno del contagio e come tali registrarono un “controesodo” dai centri più grandi: protagonisti coloro che si trovavano nella condizione di lavorare in modalità “agile”, ovvero da remoto, e che decisero di lasciare le città per tornare nelle proprie località di origine.
Un fenomeno che sollecitò l’attenzione di Anna Migliorati, curatrice del programma L’economia delle piccole cose in onda su Radio24, l’emittente del Sole 24Ore, che riferiva: “Durante il lockdown lo smart working ha coinvolto un totale di 6 milioni e mezzo di lavoratori, circa un terzo dei lavoratori dipendenti italiani, oltre dieci volte che nel 2019. Al termine dell'emergenza si stima che quelli che proseguiranno a lavorare almeno in parte da remoto, saranno oltre 5 milioni. E così c'è chi immagina già un controesodo, sono ormai diversi i Comuni che si stanno adoperando per sfruttare l'onda. I dati di Anci raccontano che negli ultimi 40 anni sono stati ben 2mila i piccoli centri che hanno perso l'80% popolazione. Comuni periferici, rurali, montani che coprono, però, oltre la metà della superficie italiana. Due milioni di case inutilizzate. Basterebbe recuperarne anche solo il 15% per accogliere 300mila abitanti. E l'insieme di queste esternalità positive per l'ambiente, i cosiddetti «servizi ecosistemici» valgono, almeno 93 miliardi l'anno, quasi il 5% del PIL. Ma la chiave per la svolta sono servizi digital e connessione. Che spesso mancano” (https://www.radio24.ilsole24ore.com/programmi/economia-piccole-cose/puntata/fuga-citta-piccoli-borghi-digital-valgono-93miliardi--072014-ADwTcR0) – 7.11.2020.
I «servizi ecosistemici» - Secondo la definizione estratta da wikipedia che utilizza la Valutazione degli ecosistemi del millennio, «sono i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano». Il Millennium Ecosystem Assessment descrive quattro categorie di servizi ecosistemici:
- supporto alla vita (come ciclo dei nutrienti, formazione del suolo e produzione primaria),
- approvvigionamento (come la produzione di cibo, acqua potabile, materiali o combustibile),
- regolazione (come regolazione del clima e delle maree, depurazione dell'acqua, impollinazione e
- controllo delle infestazioni), valori culturali (fra cui quelli estetici, spirituali, educativi e ricreativi).
La stima di valore monetario pari a 93 miliardi di euro l’anno (in Italia) risulta un calcolo certamente limitato alla categoria “approvvigionamento” essendo inapplicabile il calcolo monetario sul ciclo dei nutrienti o sulla regolazione del clima, senza nemmeno sfiorare I “valori culturali”.
Questo insieme di nuove conoscenze è, ormai da decenni, parte integrale nei processi di elaborazione dell’Unione europea; di conseguenza segna le politiche per ciò che riguarda le azioni indispensabili a contenere gli effetti delle mutazioni climatiche.
L’espressione green community è apparsa nel panorama legislativo italiano con l’articolo 72 della legge 28 dicembre 2015 n.221 (Collegato ambientale 2016), recante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” ha disposto che il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie promuova la predisposizione della Strategia Nazionale delle Green Community (Sngc). Finalmente un segnale coerente da parte del Governo nazionale per tentare di salvaguardare il «capitale naturale» così diffuso proprio nei territori marginalizzati.
Una consultazione pubblica (febbraio-marzo 2017) ha sollecitato contributi sul tema, arrivati da una ventina di soggetti.
Si tratta di documenti che meritano di venir consultati perché forniscono una messe sterminata di spunti, informazioni, dati che sono alla base del vero e proprio movimento culturale costituito dalla "Transizione ecologica" auspicata dall'Unione europea.
Il tutto è stato poi confrontato nel corso di un seminario tenuto nel maggio a Roma. La fase d’incubazione si è protratta fino all’inizio del 2020. A quel punto il varo del Pnrr l’innesco del meccanismo che ha finanziato la Strategia: dopo un ulteriore tira e molla tra ministeri, nel maggio 2022 sono stati “ritagliati”, tra le pieghe dei vari dossier, 135 milioni di euro.
Come indicato in italiadomani.gov.it l’obiettivo dichiarato è: “favorire la nascita e la crescita di 30 green communities, cioè comunità locali coordinate e associate tra loro che vogliono realizzare insieme piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale” come si legge qui - https://www.italiadomani.gov.it/it/Interventi/investimenti/green-communities.
Al bando per lo stanziamento dei 135 milioni di euro hanno preso parte 193 raggruppamenti territoriali con progetti per diventare green community. Nella tabella che segue il numero di partecipanti per regione, le g.c. che hanno ottenuto il finanziamento, gli importi richiesti e quelli ottenuti. L’asterisco (*) sta a indicare l’applicazione del criterio di preferenza cronologico ai sensi dell'art.8 comma 4 rispetto ad altro soggetto con punteggio identico ma con tempi di consegna del dossier di candidatura successivi a quelli del “prevalente”.
Fonte: https://www.affariregionali.it/media/508886/allegato-a_m2c1_inv32_graduatoria-consolidata.pdf
AVVISO PUBBLICO BANDO - https://www.affariregionali.it/comunicazione/notizie/2022/giugno/pnrr-pubblicato-lavviso-pubblico-per-lo-sviluppo-delle-green-communities/
[Fonte immagini www.umbriatourism.it]