È uscito il decreto di ripartizione dei fondi per la montagna
La legge 234/21 stanzia risorse significative destinate ai territori interamente o parzialmente montani. Se i fondi saranno investiti strategicamente nel quadro di una programmazione territoriale l'orizzonte delle comunità sostenibili potrà delinearsi in modo più chiaro e incisivo.
La notizia è di quelle buone. E’ uscito il decreto di ripartizione dei fondi per la montagna (Legge 234/21) e le regioni dovranno trasmettere le richieste di finanziamento entro il 18 dicembre 2023. Si tratta 202 milioni di euro (di cui 3.784.543 per l’Umbria) destinati ai territori interamente o parzialmente montani per:
a) misure di prevenzione del rischio del dissesto idrogeologico;
b) azioni di tutela, promozione e valorizzazione delle risorse ambientali anche attraverso la realizzazione delle Green Community;
c) interventi volti alla creazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabile, ivi compresi quelli idroelettrici;
d) progetti finalizzati alla salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità e allo sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali, anche con riferimento alla filiera del legno;
e) misure di incentivazione per la crescita sostenibile e lo sviluppo economico e sociale dei territori montani, ivi compresi interventi di mobilità sostenibile;
f) interventi per l’accessibilità alle infrastrutture digitali e per il rafforzamento dei servizi essenziali, con particolare riguardo prioritario a quelli socio-sanitari e dell’istruzione;
g) iniziative volte a contrastare lo spopolamento dei territori.
Risorse significative che potrebbero avere un impatto sensibile se investite strategicamente nel quadro di una programmazione territoriale. Programmazione strategica che potrebbe essere aiutata da una maggiore certezza sulle risorse. Molte delle cose ascrivibili all’impiego di questi fondi sono già nel percorso delle Green Community. Sarebbe quindi utile uscire dalla indeterminatezza circa la sorte dei progetti presentati sull’omonimo bando e sapere se saranno finanziati tutti quelli valutati positivamente. Altrettanto utile conoscere gli sviluppi della Strategia delle Aree Interne che riguarda molti territori montani. Forte il rischio della confusione e della frammentazione.
La cosa peggiore, però, per i territori interni e montani sarebbe l’attendismo. L’orizzonte delle comunità sostenibili deve restare il riferimento entro il quale progettare e finalizzare finanziamenti, senza disperdere le energie che questo obiettivo ha attivato e motivato. Anzi, sviluppando tutte le sinergie progettuali e cominciando a definire governance territoriali coerenti con l’obiettivo.