Le balene di Allerona con “il Sacro e le Acque”
Percorsi partecipativi e camminni rievocativi per poter vivere il territorio ed il suo patrimonio: quando la creatività artistica riesca ad esprimersi lontano dal rumore delle metropoli
C’è anche “Il Sacro e le Acque” tra i progetti che mettono la creatività artistica tra i motivi di attrazione per i piccoli centri dell’ Umbria occidentale: idea che trae ispirazione da una ricerca che ha spinto a ripercorrere la storia naturale fino al Pleistocene, circa 2 milioni di anni fa. Un tempo in cui i cetacei frequentavano uno stretto golfo dell’Antico Mar Tirreno posto tra Orvieto e Chiusi/Città della Pieve, nelle zone dove ora si trovano formazioni calanchive, come a Bargiano, località nel territorio di Allerona. Qui, una ventina di anni fa, è stato rinvenuto lo scheletro fossile di una balena insieme ai cololiti (resti dello stomaco dei cetacei) trasformati in “ambra grigia fossile” (unico al mondo). Tutto è conservato nel Museo dei Cicli Geologici di Allerona.
Uno scenario che ha ispirato “Vedo balene!”, un cammino rievocativo dall’antica Chiesa rurale della Madonna delle Nevi fino al sito fossilifero di Bargiano, che si può considerare un vero e proprio Santuario Antico dei Cetacei.
Tra i partecipanti Nicola Dal Falco che ha letto un brano dedicato, di propria composizione, insieme all’installazione artistica corale creata dal gruppo creativo, alle opere di intreccio create da Giorgia Capoccia e alla performance di danza contemporanea di Francesca Arcuri.
Un programma che si estende fino al 27 agosto con la mostra di Monteleone d’Orvieto (vedi sotto).
Creatività, lontano dalle metropoli
Ci si trova davanti alla conferma di quanto la creatività artistica riesca ad esprimersi lontano dal rumore delle metropoli dove, comunque, si trovano le risorse economiche per la cultura, quelle che spesso latitano proprio lì dove si può raggiungere la massima ispirazione. Il progetto promosso dall’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano infatti si basa su poche risorse proprie e sul sostegno di realtà come L’Officina APS e la cooperativa sociale di comunità OASI
Uno sforzo che tuttavia conferma come la cultura possa fare da attrattore vitale per un turismo dal “passo leggero” e, insieme, rafforzare le motivazioni a rimanere per chi risiede stabilmente nelle cosiddette “periferie territoriali”: un nuovo respiro che può cancellare la sensazione di marginalità .
Poter vivere il territorio e il suo patrimonio accolti e accompagnati dalla più alta espressione umana, l’Arte, fatta di istallazioni, dipinti, fotografie, musica, danza… non solo sostiene lo spirito ed esalta esperienze già uniche nel loro genere, ma aumenta le capacità di costruire le comunità del domani, attenuando i processi di depauperamento economico e sociale, di spopolamento e marginalizzazione.
Ecomusei in rete
Il progetto “Il Sacro e le Acque” nasce dalla collaborazione dell’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano (EPO) con l’Ecomuseo del Vanoi (EDV, Canal San Bovo - Trento ) e coinvolge per la parte artistica L’OFFICINA Imagination Lab. È un percorso partecipativo che segue due filoni di ricerca, quello di indagine sul patrimonio (ricerca immersiva/percettiva e ricerca illustrativa/descrittiva) inquadrata nel programma di aggiornamento e revisione del Censimento del Patrimonio materiale e immateriale dell’Ecomuseo e quello di rilettura artistica, che parte dalla cooperazione con l’ EDV sul cui territorio è già stato prodotto un percorso simile con la realizzazione di un opera corale dal titolo “Santi a sei mani”.
“L'obiettivo è quello di far si che fonti, sorgenti, fiumi e tradizioni tornino ad irrigare il nostro paesaggio interiore con l’intento di dare forma al sacro” – ci racconta Rosenda Arcioni, curatrice della parte artistica – “è sentire la presenza del mare che non c’è più e dei cetacei che vi hanno lasciato traccia, simbolo di rinascita e di guarigione. Abitare il sacro significa abitare l’invisibile.”
Spazi e tempi del programma
L’estensione del programma è pensata sia nel tempo che nello spazio: fino al 27 agosto a San Lorenzo (frazione di Monteleone di Orvieto) è possibile visitare la mostra collettiva nella sede de L’OFFICINA Imagination Lab.
Qui sarà possibile attraversere “una soglia del sacro per entrare in un’esperienza sensoriale alla scoperta delle opere di Valeria Pierini, Giorgia Capoccia, Simona Stollo, Martina Biancarini, Michele Marchesani e della raccolta di prose e poesie “Salus per aquam” di Nicola Dal Falco”.
Persone, gruppi, istituzioni protagoniste
Protagoniste dell’iniziativa le persone che vengono citate di seguito:
Rosenda Arcioni direttrice artistica de L'OFFICINA Imagination Lab, artista e terapeuta, Francesca
Arcuri danzatrice, Insegnante di Yoga, Meditazione e Movimento, Martina Biancarini videografa,
Giorgia Capoccia artista tessile, Nicola Dal Falco scrittore, poeta e giornalista, Michele Marchesani musicista e istruttore shiatzu, Valeria Pierini artista e fotografa, Simona Stollo ceramista.
Le attività sono state rese possibili dalla ricerca sul patrimonio storico e ambientale effettuata da: Fiorenza Bortolotti, architetto, componente del Comitato di Orientamento dell’Epo, Nicola Dal Falco, Massimo Luciani coordinatore Epo, Enrico Petrangeli antropologo, componente del Comitato di Orientamento Epo, Riccardo Testa architetto, educatore ambientale, componente del Consiglio Direttivo di Epo.
Il “Sacro e le Acque” rientra nel progetto “Musei in Rete per il territorio” realizzato con i fondi il contributo della Regione Umbria.