Il piatto di bioplastica compostabile di Terni
Il sogno della chimica verde di Raul Gardini, un futuro biodegradabile. Grandi prospettive nel mondo, in Italia e soprattutto a Terni dove l'ex polo chimico ternano era destinato a diventare polo mondiale della chimica green.
La parte più emozionante della fiction che Rai1 ha dedicato a Raul Gardini è quando "il pirata" o "il contadino" si rivolge alla sua famiglia riunita a tavola e dice orgoglioso, mostrando un piatto di plastica, "Guardate, abbiamo inventato la plastica del futuro, è totalmente biodegradabile, si può mangiare, se si getta nella terra si scioglie e da questa viene accolta perché è fatta di amido, dunque di scarti di cereali. Si chiama Mater bi".
Il Mater bi è stata la prima bioplastica prodotta nel mondo, ed è ancora oggi una delle principali. Fu scoperta e brevettata alla fine degli anni Ottanta a Novara nel centro di ricerca Donegani della Novamont, una delle controllate della Montedison di Gardini, e la produzione iniziò nel 1990 proprio a Terni, l'allora principale sito produttivo di Novamont.
Poi Gardini, dopo il fallimento dell'affare Enimont, venne estromesso dalla guida di Montedison; coinvolto nell'indagine di Mani pulite e poche ore prima di essere interrogato si suicidò.
La finanziaria Ferfin e la controllata industriale Montedison per evitare il fallimento vennero smembrate e cedute a pezzi. Anche il polo chimico di Terni venne smembrato e ceduto a multinazionali che a loro volta cedettero i siti o li chiusero per mantenerne solo i brevetti. Gli occupati passarono dai circa quattro/cinquemila dei tempi d'oro alle poche centinaia di oggi. Mi occupai personalmente di Novamont a fine anni Novanta quando il sito ternano era ancora in mani italiane e AD era una delle principali allieve di Gardini, la folignate Catia Bastioli, una geniale laureata in chimica che faceva parte del team che inventò il mater bi. Bastioli mi fece vedere orgogliosa tutti i prodotti in bioplastica sfornati dal sito ternano di Novamont. Piccola, mora, occhi vivissimi.
"Noi siamo gli eredi del sogno della chimica verde di Raul Gardini, la chimica che nasce dagli scarti dell'agricoltura" mi disse emozionata. Novamont pareva allora avere grandi prospettive nel mondo, in Italia e soprattutto a Terni, con l'ex polo chimico ternano destinato a diventare polo mondiale della chimica green. Una ventina di anni fa Novamont propose agli enti locali, soprattutto alla Regione Umbria, di costruire a Terni una bioraffineria per aumentare in modo consistente la produzione di mater bi. Non se ne fece nulla. Verrà fatta a Porto Torres.
Novamont è rimasto oggi uno dei due siti produttivi dell'ex polo chimico di Terni ancora attivi, l'altro è quello che produce il fiocco. AD è ancora Catia Bastioli. Nei mesi scorsi Novamont è stata acquistata da una controllata dell'Eni, dunque è diventata pubblica. Su Terni ci sono ancora i fondi dell'area di crisi complessa. Il sogno di fare di Terni il polo della chimica verde potrebbe diventare ancora realtà. Se solo qualcuno nei palazzi della politica se ne occupasse. Ma la questione non è in agenda: meglio parlare o polemizzare sul mercato del mercoledì alla Passeggiata.