E si dettero "alla macchia"!
Più di 100 persone hanno partecipato all’iniziativa della Cooperativa Sociale di Comunità O.A.S.I. nel cammino di riscoperta e consapevolezza sui passi della Resistenza locale
Riaffermare i principi di responsabilità e giustizia: più di 100 persone hanno partecipato all’iniziativa della Cooperativa Sociale di Comunità O.A.S.I. in collaborazione con il Comune di Allerona, la Biblioteca Comunale, i Lettori portatili, con il patrocinio di ANPI Umbria e dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, e che, nella giornata del 25 aprile e raccolto molti altri contributi, testimonianze, segni d’affetto ed emozioni
Il 25 aprile, pensato ogni giorno, per ripercorrere anche i passi di quei giovani partigiani che diedero vita al nucleo di Allerona/Villalba. Sentieri e percorsi verdeggianti, ameni, circondati da una natura, quella del Parco della Selva di Meana, dove regna la Pace regna sovrana, quella di cui dovremmo portare eterna Memoria.
Una vicenda riemersa nel 2014, quando stavamo lavorando alla realizzazione della Mappa di Comunità di Allerona; dal lavoro di ricerca emerse un documento inaspettato e che nessuno ancora aveva mai letto. Si trattava del memoriale del Nucleo dei Partigiani di Allerona/Villalba, un resoconto molto dettagliato dell’operato di un gruppo piuttosto nutrito di circa 20 partigiani che, dalla metà di febbraio fino al passaggio del fronte avvenuto nella metà di giugno 1944, scelsero, come tanti altri che parteciparono alla Resistenza, di ripartire dalla Macchia.
Il passaggio al bosco (dal celebre saggio di Ernst Jünger, “Trattato del ribelle” Adelphi), unica risposta possibile rimasta all’uomo libero di fronte all’avanzata della tirannia, significava all’epoca, per quei giovani che avevano vent’anni appena, un’assunzione di responsabilità oltre ogni misura, che muoveva dal profondo della coscienza e portava verso l’ignoto e il pericolo estremo, compreso quello della vita propria e altrui. Una scelta tuttavia obbligata. Leggendo le pagine del documento emerge questa consapevolezza ma anche un fortissimo desiderio di riscatto, essenzialmente umano, attraverso azioni di contrasto ai soprusi e alle violenze fasciste e naziste, ma anche per la difesa, sostegno e supporto alle povere famiglie che ne subivano gli estremi effetti.
L'esperienza del Nucleo dei Partigiani di Allerona/Villalba, lontana dalla dorsale appenninica nella quale si concentra il grosso della Resistenza umbra (si pensi alla Zona libera di Norcia e Cascia, la prima d'Italia), è anch'essa inevitabilmente condizionata dalla concentrazione degli eventi che andarono dall’annuncio dell’armistizio (settembre 1943) all’estate del 1944. In tal senso, la spontaneità della scelta di alcune decine di giovani fatta nella terra a confine fra Umbria e Toscana, lontana dai grandi centri amministrativi e produttivi, non riuscirà mai ad inserirsi per tempo in quella rete di contatti, sostegni e di coordinamento tipici della Resistenza del Nord Italia. Anzi, forse, in alcune pagine stesse del memoriale emerge orgogliosamente questa rivendicazione di autonomia, come a voler sottolineare il peso determinante della coscienza individuale di ognuno di questi partigiani che coralmente hanno deciso di mettere al servizio della causa antifascista e della collettività le loro stesse vite (anche in azioni militari niente affatto insignificanti) e, nei casi più estremi, sacrificandole. In altre parole, i partigiani di Allerona/Villaba diedero, come molti loro coetanei dal Sud a Nord della Penisola, l'immagine più genuina di una gioventù italiana uscita dall'inganno del regime fascista.